Chi non può donare
Chi ha contratto, anche in passato, un’epatite virale di tipo B o C (epatiti che tendono a persistere nel tempo e vengono trasmesse attraverso il sangue);
Chi fa uso abitudinario di sostanze stupefacenti;
Chi fa uso eccessivo di bevande alcoliche (alcolisti cronici);
Chi soffre di patologie cardiovascolari importanti
Costituiscono, invece, causa d’esclusione temporanea:
La gravidanza in atto ed il puerperio per un anno dopo il parto (dopo un’interruzione di gravidanza per 6 mesi salvo casi eccezionali);
Gli interventi chirurgici e la diagnostica endoscopica, per quattro mesi;
Le trasfusioni di sangue ricevute negli ultimi cinque anni;
Il soggiorno in zone endemiche per la malaria, nei sei mesi precedenti alla donazione, oppure l’attuazione di una profilassi antimalarica nei tre anni precedenti;
I rapporti sessuali con persone sconosciute;
I rapporti sessuali o di convivenza con soggetti affetti da epatite virale, tossicodipendenti o con comportamenti a rischio per l’AIDS o le altre malattie trasmissibili con il sangue.
Farmaci che comportano esclusione temporanea dalla donazione:
Antibiotici – sospensione per 15 giorni dal termine della terapia;
Cortisonici – sospensione per 15 giorni dal termine della terapia;
Finasteride, Isotretinoina – sospensione per 2 mesi dall’ultima assunzione;
Antiinfiammatori/antiaggreganti – sospensione per 5 gioni dal termine della terapia;
La selezione del donatore viene effettuata da parte di personale medico del Centro Trasfusionale; il colloquio riservato è coperto dal segreto professionale, può fornire l’opportunità’ anche per ottenere eventuali chiarimenti.
La donazione di sangue può essere “occasionale” o “periodica”. Il donatore si definisce “periodico” quando si reca regolarmente per più di due volte presso una struttura trasfusionale per rinnovare l’atto della donazione.
L’obiettivo di tutti i centri trasfusionali è, attualmente, quello di arrivare ad avere la maggiore quota possibile di donatori periodici che sono, come si può intuire, più sicuri per il ricevente; infatti, la più lunga osservazione del soggetto da parte dei medici del servizio trasfusionale rende più attendibili anche gli esiti dei controlli clinici e di laboratorio.